mercoledì 13 luglio 2016

il silenzio del canto delle cicale sulla Corato - Andria


Come ogni mattina sali sul tuo solito treno, con lo sguardo fai un cenno di saluto ai soliti che da sei mesi incontri quotidianamente e di cui non sai il nome, ma di cui conosci le abitudini.

Una volta seduta apri il Metro, leggi dell'incidente ferroviario di ieri e pensi che sei seduta in prima carrozza, che poteva succedere anche a te.

Sì, proprio a te che sbuffi per la telefonata quotidiana in vivavoce della signora bulgara, a te che ogni giorni ti meravigli della follia metodica della signora in grigio che ogni giorno sul sedile mette un lenzuolino e sopra il giornale prima di sedersi, a te che senza volerlo origli le conversazioni delle signore di Gallarate e ormai sai tutto dei loro figli e delle loro famiglie, a te che fotografi di nascosto le stranezze che noti negli altri, a te che spii curiosa la copertina dei libri che leggono i passeggeri.

Tutte queste persone che non conosci, ma che sfiorano quotidianamente la Tua vita, potrebbero all'improvviso non esserci più, come chi viaggiava sui due convogli di ieri.
Il treno non è solo un mezzo per andare da qui a lì, per raggiungere il lavoro, l'università, la scuola, gli amici,  è di più ... è un posto dove, anche se non lo vuoi, entri nella vita delle persone.

Anche per questo quello che è successo ieri fa ancora più male.
Anche per questo fai fatica a non sentire nelle orecchie il silenzio del canto delle cicale.